La giornata di oggi è la perfetta metafora dello scollamento tra la surreale discussione sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina e l’informativa del ministro Musumeci sulla recente alluvione. Un brusco ritorno alla realtà: da una parte il sogno faraonico del Ponte sullo Stretto che torna, sempre con lo stesso progetto e sempre più obsoleto, e poi drammaticamente il paese reale, l’Italia del 2023, l’Italia assediata dal fango, dalle alluvioni, dal dissesto idrogeologico. Uno scollamento gigantesco tra il mondo reale e la fantasia. Una politica incapace di mettere in campo i provvedimenti utili al paese come la legge sul consumo di suolo e quella sul clima che dovrebbero essere all’ordine del giorno. La differenza tra il mondo reale e la fantasia.Fino ad oggi per questo sogno abbiamo speso un miliardo di euro senza nemmeno una pietra posata. Uno spreco molto serio e un’operazione rischiosa che ci espone a possibili penali. Il Ponte è una vecchia ricetta sbagliata, un progetto mangia soldi. Oggi la destra ci vende il Ponte come possibile volano di sviluppo del mezzogiorno. Ma la questione meridionale non può essere affrontata a partire dal Ponte sullo Stretto di Messina. La cosa comica è che lo stesso governo che vuole questa opera faraonica, che immagina uno sviluppo del sud a partire dalla realizzazione di questa infrastruttura propone l’autonomia differenziata, la secessione delle regioni più ricche d’Italia a danno del mezzogiorno. Una cosa al sud e una al nord, dove il nord vince sempre. Una secessione che accentuerà i già drammatici divari nord sud. Uno scambio inaccettabile che i cittadini del mezzogiorno rigetteranno con forza. Esiste un paese reale e i sogni, noi stiamo con il paese reale.
Lo afferma in Aula il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto del Senato.