L’Europa accetta la rimodulazione del Pnrr chiesta dal governo e dà il via libera alla quarta rata. Sembrerebbe un lieto fine e invece non è così. Perché sarà il sud a pagare il prezzo più alto. Infatti, quasi la metà delle opere definanziate si trova nel mezzogiorno, circa il 46%. Ne faranno le spese gli interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana delle periferie come Scampia, gli studentati, il mezzogiorno, e gli interventi diffusi di riqualificazione ed efficientamento energetico. Una cosa grave che dimostra come il governo Meloni è lontana dalle reali esigenze dei cittadini e dei territori marginali, soprattutto di quelli del Mezzogiorno d’Italia. Definanziano le opere per migliorare la vita ai più fragili, ai più poveri, agli emarginati. Cancellati, in attesa di conoscere le nuove linee di finanziamento, i progetti di riqualificazione di Corviale e di Tor Bella Monaca a Roma, delle Vele a Scampia, ma anche interventi urbani a Milano a Genova. E come succede sempre in questi casi se da una parte tagli dall’altra elargisci. I tagli sono chiari come lo sono anche i beneficiari: Eni, Enel, Snam e Terna, solo per citarne alcuni. Un vero e proprio regalo a Confindustria. Con i fondi del Pnrr queste importanti aziende faranno investimenti mentre ai Sindaci solo briciole per la riqualificazione urbana, e niente per la riduzione del rischio idrogeologico e del rischio alluvione. Siamo molto preoccupati, chiediamo al Ministro Fitto un impegno affinché questi progetti vengano rifinanziati. La Meloni si conferma neoliberista, attenta alle esigenze delle imprese a scapito dei cittadini.
Lo afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama.