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Nucleare. Bonelli: Italia firma ma Meloni aveva assicurato il sì solo con decisione parlamentare

“La Presidente Meloni, rispondendo a un mio Question Time il 15 marzo scorso, aveva testualmente detto che un ritorno dell’Italia al nucleare sarebbe stato valutato dal governo solo attraverso una decisione parlamentare. Apprendiamo oggi che l’Italia ha firmato, insieme ad altri 10 Paesi dell’UE, capofila la Francia, il sì ai mini reattori nucleari. È un fatto di una gravità inaudita perché la Presidente aveva assicurato coinvolgimento Parlamento e a questo punto chiediamo che vi torni per riferire sul perché di questa scelta che consideriamo scellerata”.

Così, in una nota, il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, che prosegue: “Il nucleare è una soluzione energetica pericolosa e costosa che vive solo grazie agli ingentissimi finanziamenti pubblici, come dimostra il caso EDF, che ha raggiunto un debito netto di 64,5 miliardi di euro nel 2022 ed è stata ricapitalizzata dal Governo francese che ha sborsato 10 miliardi di euro per salvarla. Con i cambiamenti climatici e la progressiva carenza di acqua, inoltre, la stessa EDF ha dovuto ridurre la produzione a causa della carenza idrica. I costi e le tempistiche del nucleare, inoltre, sono enormi: la centrale di Flamanville ha avuto un costo lievitato a 18 miliardi di euro dai 3,7 miliardi iniziali e un ritardo di 16 anni. L’Italia, le famiglie e le imprese italiane, hanno bisogno di una soluzione rapida per ridurre il costo delle bollette e non aggravare una crisi climatica che, nei prossimi mesi, sarà drammatica: per noi, l’unica via possibile è il 100% rinnovabili. Se il Governo vuole riportare il nucleare in Italia dopo ben due referendum, deve venire in Parlamento, portarci una legge e affrontare il terzo referendum che ci assicureremo di promuovere,” conclude Bonelli.

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