La riduzione del potere di acquisto delle famiglie certificata dall’Istat è davvero preoccupante e il Governo si volta come sempre dall’altra parte, come se questo non fosse un problema che lo riguarda. Le fasce più deboli pagheranno il prezzo più alto e i ceti medio-bassi non potranno sostenere a lungo un tale disagio. La riduzione del potere d’acquisto dovuta ad una crescita dei prezzi al consumo costringerà le famiglie ad una riduzione dei consumi. La perdita del potere d’acquisto, il caro bollette e il costo della vita in rialzo avranno ripercussione sulla crescita della nostra economia. Il governo Meloni deve intervenire sui prezzi come gli alimentari o il carrello della spesa, che continuano a registrare una inflazione a due cifre. Ma, soprattutto deve intervenire sui salari e sulle pensioni: introduzione del salario minimo per chi è fuori dai contratti nazionali, rinnovo dei contratti pubblici e privati, aumento dei salari e un fisco più giusto. Per contrastare la perdita del potere d’acquisto dei salari sarebbe opportuno introdurre meccanismi simili a quelli introdotti dal CCNL dei Metalmeccanici che consentono di compensare parzialmente gli effetti dell’inflazione con un aumento proporzionale del salario. L’Italia è uno dei Paesi europei con i salari più bassi, è ora che adeguino prima che la povertà diventi condizione strutturale per tutti.
Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Tino Magni, componente della commissione Bilancio di Palazzo Madama.