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IA, Zaratti: Piantedosi vieti riconoscimento facciale

Con una interrogazione al ministro dell’interno, Filiberto Zaratti, Capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in commissione Affari costituzionali della Camera, chiede, “in linea con le indicazioni del Parlamento Ue, di vietare immediatamente l’utilizzo del riconoscimento facciale e delle tecnologie biometriche. Mentre a Strasburgo il Parlamento ha adottato le prime norme sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, vietandone l’identificazione biometrica in pubblico in tempo reale”, spiega Zaratti, “il ministro Piantedosi parla di ‘straordinarie possibilità’ offerte da questa tecnologia nella prevenzione e individuazione di reati come di un ‘dato di fatto’. Da tempo, però, la società civile italiana ed europea fa notare la pericolosità dell’uso improprio del riconoscimento facciale, denunciando che non esiste nessun dato a giustificarne l’utilizzo.
Privacy Network, associazione no-profit, che promuove la cultura della privacy e un uso responsabile della tecnologia, sostiene che non esistono dati di nessun tipo sull’efficacia di queste tecnologie. Semmai gli unici dati e studi a disposizione sulle loro performance riguardano il loro cattivo funzionamento. Ad esempio, l’anno scorso, dopo un’indagine, la polizia di Detroit ha confermato che il loro software di riconoscimento facciale aveva un tasso di errore del 90% nel riconoscere persone nere. Per questo, il riconoscimento biometrico, specie quando implementato da autorità pubbliche, apre a una serie di rischi e minacce che toccano profondamente il cuore della libertà e della democrazia. Il pericolo è che il riconoscimento facciale consentito alle forze dell’ordine renda le persone colpevoli fino a prova contraria e a prescindere da ciò che fanno. Anche le associazioni italiane The Good Lobby, Hermes Center for Transparency and Digital Human Rights e Info.nodes hanno lanciato una campagna, DontSpyUs, mostrando i pericoli del riconoscimento facciale usando le foto dei parlamentari. Questi sistemi potrebbero anche rafforzare la discriminazione e i pregiudizi manipolando facilmente l’identificazione delle persone. Siamo perciò preoccupati dall’approccio proposto dal ministro dell’interno, in netto contrasto con i principi europei”, conclude Zaratti.