“È inconcepibile che un’area di 500 ettari nel cuore del Parco del Delta del Po, tutelata da direttive europee e leggi regionali, possa finire nelle mani di un gigante immobiliare per una cifra irrisoria. Questi luoghi, già minacciati dalla subsidenza, dall’erosione, dall’innalzamento del livello del mare, vengono ora lottizzazioni con un assalto della speculazione edilizia che, oltre a compromettere la biodiversità, riduce la resilienza del nostro territorio ai cambiamenti climatici, amplificando i rischi idrogeologici. La decisione di Cassa Depositi e Prestiti di non concedere il finanziamento al Parco, impedendogli di acquistare e proteggere l’area dalla speculazione, rappresenta una vera e propria vergogna. Inoltre, ci chiediamo come sia possibile che due parchi regionali, costituiti con lo scopo di proteggere queste aree, finiscano per non tutelare nulla. E ancor di più, è scandaloso che le aree naturalistiche più importanti, le stesse valli, vengano messe in pre-parco per consentire attività come la caccia. Presenterò un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, per fare chiarezza su questo grave episodio, chiedendo conto delle ragioni per cui Cassa Depositi e Prestiti ha negato un finanziamento di 500 milioni di euro per l’acquisto di 500 preziosi ettari del nostro territorio mentre finanziava opere devastanti come le trivellazioni nel Polo Nord e delle azioni che il Ministero intende intraprendere per garantire la tutela di questo gioiello ambientale”.
Così, in una nota, il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, che conclude: “È necessario che ogni angolo del nostro Paese che conserva un valore ambientale inestimabile venga protetto. Per questo motivo, chiediamo la costituzione del Parco Nazionale Delta del Po’, superando l’anacronistica separazione tra Veneto ed Emilia e l’introduzione di vincoli più stringenti. È necessaria una scelta di campo: o si sta dalla parte dell’ambiente, della natura e del futuro dei nostri figli, o si cede alla speculazione e agli interessi di pochi. Siamo determinati a far prevalere la prima opzione e non permetteremo che la speculazione stravolga il futuro delle nostre aree protette”