“Abbiamo presentato un’interrogazione ai Ministri dell’ambiente e del Lavoro sulla questione della Caffaro di Brescia. Alla luce di quanto avvenuto qualche giorno fa, ovvero che la Caffaro Brescia srl ha comunicato ai rappresentanti sindacali di voler procedere entro breve tempo al licenziamento di tutto il personale attualmente operante sul sito, motivando tale decisione con la ‘difficoltà a sostenere tutti gli impegni e oneri relativi alla attività ordinaria (gestione barriera idraulica, presidio e sicurezza del sito) oltre alle altre attività in essere’ e in risposta alle mancate indicazioni e risposte da parte del Ministero dell’Ambiente per come far fronte a tutti gli impegni in corso. La questione genera due importanti ordini di conseguenze: una in termini occupazionali per i licenziamenti, ma soprattutto è gravemente preoccupante il rischio ambientale per altissimo rischio di inquinamento. “ Così in una nota Angelo Bonelli co-portavoce di Europa Verde e Devis Dori, entrambi deputati di Alleanza Verdi e Sinistra.
“Parliamo di una azienda chimica, la Caffaro – proseguono – la cui attività è iniziata nel 1906 con la produzione di soda caustica e di vari composti, fra cui fitofarmaci e pesticidi. A partire dal 1938, l’azienda ha avviato la produzione di policlorobifenili (PCB), terminata poi nel 1984. Inoltre, la Caffaro ha utilizzato nel ciclo produttivo altri composti chimici tra cui il cloro, il mercurio, l’arsenico, il tetracloruro di carbonio. Sostanze fortemente inquinanti. L’inquinamento provocato dall’attività produttiva della Caffaro, oltre ad aver contaminato i terreni sottostanti lo stabilimento, si è diffuso nelle aree a sud dell’azienda mediante lo scarico delle acque industriali nelle rogge, per questo è stata installata una diga antiveleni composta da pozzi sempre in funzione che pompano acqua dalla falda che viene successivamente filtrata e immessa nel reticolo idrico superficiale rappresenta l’unica soluzione per evitare la diffusione nella falda delle sostanze inquinanti presenti quali Pcb, diossine e metalli pesanti. Ebbene con questa chiusura si determina la mancanza di personale per far funzionare questa diga, cosa che inquinerebbe in maniera irreversibile e dannosissima l’area circostante e l’area di Brescia. Per questo chiediamo ai ministri di competenza che cosa intendono fare praticamente per impedire questo disastro e non abbandonare la città di Brescia“ concludono.